
Papa Leone XIV saluta una giovane madre e suo figlio fuori dal Monastero di San Marone ad Annaya, in Libano, il 1° dicembre 2025. / Credito: Categoria: Media vaticani
Bkerke, Libano, 1 dicembre 2025 / 12:34 (CNA).
Papa Leone XIV ha detto lunedì a migliaia di giovani in Libano che l'amore, non la rappresaglia, è la vera forza capace di trasformare il loro paese mentre continua ad affrontare le ferite del conflitto e dell'instabilità sociale. "La vera opposizione al male non è il male, ma l'amore", ha detto, invitando i giovani della nazione a ricostruire la loro patria attraverso la riconciliazione, il servizio e un rinnovato radicamento nella fede.
L'incontro si è svolto nella piazza davanti al Patriarcato maronita di Antiochia, a Bkerké, dove il papa è stato accolto dal Patriarca Cardinale Béchara Boutros Raï. Dopo aver salutato la folla in un breve tour, Papa Leone ha aperto il suo discorso con le parole arabe "assalamu alaykum", che significa "pace a voi", dicendo ai giovani che questo saluto del Cristo risorto "sostiene la gioia del nostro incontro".
La giovane generazione libanese ha sopportato alcuni degli anni più difficili della nazione. Un crollo finanziario devastante, l'esplosione del porto di Beirut nel 2020 e la guerra di frontiera 2023-2024 tra Hezbollah e Israele hanno lasciato profonde cicatrici fisiche e sociali, contribuendo a un'emigrazione diffusa e a un senso di esaurimento tra i giovani del paese.
Il papa ha parlato direttamente delle loro ansie, riconoscendo che molti sentono di aver ereditato "un mondo lacerato dalle guerre e sfigurato dall'ingiustizia sociale", ma ha insistito sul fatto che la speranza vive dentro di loro. "Hai tempo per sognare, pianificare e fare del bene. Voi siete il presente e il futuro sta già prendendo forma nelle vostre mani."
Indicando il simbolo nazionale del Libano, ha affermato che il paese "fiorirà ancora una volta, bello e vigoroso come il cedro", spiegando che la sua forza risiede in radici profonde. Allo stesso modo, ha detto loro, il fondamento del rinnovamento non può poggiare solo su idee o accordi. "Il vero principio della nuova vita è la speranza che viene dall'alto. È Cristo stesso. Lui, il Vivente, è il fondamento della nostra fiducia."
La pace, ha continuato, non può nascere da interessi di fazione. "È sincero solo quando faccio agli altri ciò che vorrei che facessero a me. Il perdono conduce alla giustizia, che è il fondamento della pace."
Richiamandoli alle opere di carità, ricorda loro che nulla rivela la presenza di Dio più chiaramente dell'amore. Il rinnovamento inizia con scelte quotidiane, come accogliere "coloro che sono vicini e lontani" e offrire un aiuto concreto "agli amici, ai rifugiati e ai nemici".
Il papa ha sostenuto diversi santi come compagni di viaggio: Carlo Acutis, Pier Giorgio Frassati, San Rafqa, il beato Yakub El-Haddad e San Charbel, la cui vita nascosta "splende di una luce potente". Ha esortato i giovani a pregare, a leggere le Scritture e a partecipare alla Messa e all'adorazione. "Siate contemplativi come san Charbel", disse loro.
Papa Leone si è concluso con la preghiera attribuita a San Francesco d'Assisi, "Signore, fammi strumento della tua pace", e ha assicurato ai giovani che "il Signore sarà sempre con te e tu puoi essere certo del sostegno di tutta la Chiesa". Li ha affidati alla Madre di Dio, la Madonna.
